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La Radio a galena, una storia vera

Tra le colline trevigiane negli anni 40, un ragazzo quindicenne stava scavando una buca a fianco della casa. Due vicinanti incuriositi gli chiesero cosa stesse facendo, e il ragazzo rispose loro che stava realizzando una radio per ascoltare la musica e le notizie. Nel sentire le parole del ragazzo, i due vicinanti scoppiarono a ridere e gli dissero: “Ah Ah Ah ma cosa credi di sentire? Cosa credi di sentire?” e se ne andarono ridendo. Il ragazzo aveva le idee chiare e continuò la sua opera. Nello scavo ci seppellì un vecchio vaso di latta con attaccato un filo di rame che arrivava fino in casa dalla finestra, così ottenne il contatto di terra. Poi stese un altro filo di rame tra la finestra e un albero lì vicino per fare l’antenna. La radio, precedentemente realizzata, era composta da una bobina, un condensatore variabile per la sintonia e un cristallo di galena in un’ampolla di vetro. La galena è un minerale che ha la caratteristica di condurre elettricità in un solo senso e non l’inverso, serviva per trasformare i segnali di radiofrequenza in audiofrequenza che erano udibili su cuffie. La radio era funzionante e, tramite la micro-elettricità naturale presente tra atmosfera e terra, non aveva bisogno di corrente elettrica o pile. Il ragazzo ascoltava la radio e la voce si sparse rapidamente fino ad attirare la curiosità dei due vicinanti: quelli che ridevano: ”Ah Ah Ah cosa credi di sentire ? Cosa credi di sentire? “. Indescrivibile l’espressione nei loro volti quando misero le cuffie alle orecchie e sentirono la radio, e quanta soddisfazione avrà avuto il ragazzo in quel momento.
 
Anch’io ho molta soddisfazione a raccontare questa storia, perché quel ragazzo era Nello Zanatta IK3ESA, mio padre.

Raffaello Zanatta IK3FXF


La radio galena realizzata da IK3ESA Nello Zanatta negli anni '40



           
 
 
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